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Coaching nel mondo del lavoro

Anche oggi torniamo a parlare di lavoro perché resta il tema caldo di questo momento.

Davide, quando arriva nel mio studio, si fa infatti portatore di un argomento molto diffuso:  la paura di perdere il posto di lavoro da una parte e il desiderio di miglioramento professionale dall’ altro.
Sembrano temi contraddittori ma in realtà non lo sono: vanno sotto il comune cappello del cosiddetto Career coaching, ossia come aiutare le persone a costruire obiettivi professionali di qualità e a raggiungerli .

Di quali ingredienti e’ fatto questo tipo di coaching?

Li elenco brevemente:

  • analisi delle potenzialità della persona,
  • analisi delle sue competenze e di quelle nuove che servono nel mondo di oggi,
  • esplorazione del desiderio/ obiettivo di sviluppo professionale,
  • analisi delle reali opportunità del mondo del lavoro sulla zona di interesse,
  • redazione di un curriculum efficace,
  • tecniche di comunicazione e consapevolezza per affrontare i colloqui di selezione anche in diverse lingue,
  • analisi e definizione dei motori di ricerca e dei social per sondare le offerte del mondo del lavoro,
  • monitoraggio e verifica delle attività svolte e ridefinizione delle stesse.

Insomma, come sempre diciamo, cercare un lavoro e’ già un vero e proprio lavoro e farlo da soli oggi e’ veramente arduo, occorrono gli specialisti!
Sia per i ragazzi ( che talvolta non sanno veramente che pesci pigliare ) sia per gli adulti o i manager che vogliono riposizionarsi o evolvere la propria carriera.
Le difficoltà sono ad ampio spettro, ma devo dire che stanno peggio i cinquantenni, che vedono crollare le loro certezze e vanno in crisi perché non sanno come rispondere alla rivoluzione epocale del mondo del lavoro per come lo conoscevamo fino a qualche anno fa.
Difficile non farsi coinvolgere nelle paure di queste persone.
Difficile non mettersi nei loro panni.

Davide non ha perso il lavoro, l’ azienda va bene, insomma non è successo nulla che determini ansia e paure.
Ma lui è caduto in una crisi totalmente irrazionale.

Da dove iniziamo?
Non dall’ analisi della paura ma da quella dei dati di realtà: le sue potenzialità, le sue esperienze salienti, le competenze acquisite, le strategie per entrare in contatto con altre aziende e iniziare a fare colloqui. E la paura cede il passo alla rivalutazione di se stesso e di tutti i lati positivi che lo caratterizzano.

Come ho già detto, a volte il peggior nemico di noi stessi si nasconde dentro di noi , non fuori!

 
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